È iniziato il 2021 ancora dentro una pandemia e a tanti problemi politici, strutturali e culturali di un paese allo sbando. In questo periodo tra i lockdown e le zone colorate abbiamo apprezzato molto di più in rete tutti quei fenomeni che con i loro contenuti hanno riempito i tempi vuoti delle nostre giornate.
Era orma la fine degli anni 90, per la precisione era l’estate del 1997 quando il software di Dave Winer inizia a prendere piede e il fenomeno del blog fa i suoi primi passi. Passi spediti che danno subito numeri notevoli. Quindi possiamo anche dire che la data ufficiale della nascita di questo mezzo di comunicazione è il 18 luglio 1997. In 24 anni tante cose però sono cambiate.
Ma ragioniamo sull’andamento di questo fenomeno negli anni. Dopo il suo avvio abbiamo la vera esplosione dal 2002. Fino al 2007 infatti il blog diventa un fenomeno troppo spesso sopravalutato che viene indicato come un esempio per la nuova comunicazione. In effetti nel 2000 iniziai anche io la prima esperienza con un blog che chiamai zoom online. Era un contenitore di idee e racconti, contenuti. Collaboravano con me amici e alcuni personaggi più o meno famosi. La rete era in Italia ancora un ibrido dove tanti ignoravano l’esistenza (a dire il vero tanti anche oggi ignorano l’esistenza, conoscono solo i social) e il mondo delle aziende iniziava ad affacciarsi timidamente sul www.
In questi anni la comunicazione dettata dai blogger crea una rivoluzione in fatto di comunicazione, cambiando molto gli schemi e creando un piccolo corto circuito che sicuramente ha ‘svecchiato’ alla lunga la classica comunicazione anche giornalistica. I giornali online esistevano in questi anni ma non così aggiornati e completi come oggi. Si puntava ancora sul cartaceo. Il web era il ‘c’è, partecipiamo anche noi’.
La forza del blog fu ed è la condivisione di esperienze personali e non, i contenuti fruibili da tutti con testi non troppo complessi ma con linguaggio corretto e scorrevole. Soluzioni tecniche per problematiche diffuse condivise con soluzioni e tutorial.
Nel 2004 iniziai una nuova avventura legata alla comunicazione, creando un raccoglitore di immagini che si chiamava, e chiama, fotoarts. Qui si andò oltre, si raccoglievano fotografie, commenti, piccoli post sul forum e il blog già iniziava a andare in secondo piano. Insomma, un antenato di Instagram dove però le fotografie erano pubblicate da fotoamatori e fotografi e la tecnica e cultura fotografica veniva messa in primo piano. Si discuteva di un mondo specifico argomentando. Oggi argomentano le tette ma è un altro discorso.
In questi cinque anni, si è vissuto un movimento fortemente rivoluzionari dal punto di vista della comunicazione e dei rapporti sociali che ha aperto poi la strada a quello che è oggi l’abuso dei social network.
In questi anni inizia il fenomeno dei social network sicuramente molto conosciuto fu MySpace che ebbe abbastanza successo con la possibilità di creare le proprie bacheche con storie, foto, amici e raccolte musicali.
Dal 2009 inizia una crisi del blog. A inizio 2011 c’erano più di i 156 milioni di blog pubblici in essere. Ma l’avvento dei social network tipo facebook e twitter che non sono uno strumento considerato dai blogger all’epoca creano una profonda crisi.
Ma in tutto questo è nato, almeno in Italia, un dibattito e una guerra su come localizzare a livello giuridico i blog. Infatti, dal 2007 vari governi hanno provato a creare delle leggi che ‘legassero’ a un regolamento stretto i blog. C’era un movimento politico e giornalistico che voleva contrastare il fenomeno. Questo provocò una dura reazione del mondo web e si arrivò nelle aule dei tribunali con diversi blogger denunciati. Alla fine, le sentenze furono sempre di assoluzione fino a che la Corte di cassazione con la sentenza n. 10535 secondo cui non serve un giornalista per gestire un blog.
I blogger quindi come successo nei primi anni 2000 hanno sicuramente rivoluzionato il modo di comunicare. Ma oggi? Oggi il fenomeno è derivato. Infatti, sono sempre più rari i blog con contenuti scritti e di qualità. Questo cambio di rotta perché? Sicuramente l’accesso alle piattaforme social ha creato un altro corto circuito questa volta in maniera pessima sugli strumenti di comunicazione. Oggi basta mettere delle foto su instagram con una serie di hastag (parole chiavi) per definirsi blog. Poi ci sono strumenti e comportamenti che aiutano ad avere tanti follower che comportano l’importanza del blogger fino a trasformarlo in influencer. Non entro in merito ai vari culi, tette e altro che si vedono su IG.
Lo stesso twitter è diventato un raccoglitore di ‘blogger’ che con i 280 caratteri sviscerano contenuti profondi e importanti. Abbiamo perso il senso dello strumento di comunicazione. I social network sono uno strumento per poter diffondere i pensieri partendo però da uno o più strumenti con contenuti e qualità.
Se facciamo un veloce ragionamento capiamo che oggi tutti sono blogger, fotografi ecc. I giornali tendono sempre più a utilizzare foto ricevute gratuitamente da i loro utenti tramite contest, campagne o semplici richieste. Questo comporta un uso massivo di immagini fatte con cellulari che stanno distruggendo una categoria dei fotoreporter, video reporter ecc. Manca una via di mezzo che dia di nuovo un equilibrio.
Ovviamente questa è una mia semplice e forse stupida riflessione. Ho fatto un salto nel passato cercando di rileggere il percorso mio personale ad oggi.